Louis Ghost di Kartell
La storia del design contemporaneo è intrisa di innovazione, di sfide e di genialità. Ma poche creazioni sono riuscite a catturare l’immaginario collettivo come la sedia Louis Ghost di Kartell. Quando Philippe Starck, il celebre designer francese, afferma che “La sedia Louis Ghost si è progettata da sola”, non sta semplicemente facendo un’affermazione audace, ma sta rivelando una profonda verità sulla natura stessa del design.
Questa sedia non è solamente un oggetto fisico, ma un’entità che esiste al confine tra il reale e l’immateriale. Starck la descrive come un “Louis qualcosa”, un fantasma, un amico invisibile che scompare e si smaterializza, proprio come tanti altri prodotti della nostra civiltà moderna. Ma cosa ha reso possibile la creazione di un oggetto così rivoluzionario?
La risposta risiede in un profondo ripensamento, una riconsiderazione della natura stessa dei materiali e del design. E la genesi di questo ripensamento si trova nel dialogo tra due menti brillanti: Philippe Starck e Claudio Luti.
Claudio Luti, che nel 1988 ha acquisito Kartell, ha riconosciuto il potenziale della plastica come materiale di design. Ma Luti non era interessato a replicare gli stili e le forme dei decenni precedenti. “Fin dal primo oggetto sviluppato per me, Philippe ha voluto differenziarsi da quella che era l’immagine del prodotto di plastica negli anni 70”, ricorda Luti. Era chiaro che entrambi volevano qualcosa di diverso, qualcosa che potesse rompere gli schemi e rivoluzionare il panorama del design.
E così, in collaborazione con Starck, Kartell ha iniziato un percorso di rinnovamento, cercando di combinare creatività e qualità, per dare vita a prodotti in plastica che potessero essere considerati veri e propri pezzi di design. Questo percorso ha portato alla creazione della Louis Ghost, una sedia che ha sfidato le convenzioni, combinando lo stile classico della sedia “Louis” con la modernità e la trasparenza della plastica.
Ma la Louis Ghost non è solo una sedia. È un simbolo, una dichiarazione di intenti. Rappresenta la volontà di sfidare le convenzioni, di vedere oltre i materiali tradizionali e di esplorare nuove possibilità. Con la sua trasparenza quasi eterea, la sedia sembra sfidare le leggi della fisica, scomparendo e riapparendo, a seconda della luce e dell’angolazione. È una sedia che esiste e allo stesso tempo non esiste, che si fa notare proprio per la sua capacità di diventare quasi invisibile.
La Louis Ghost ha anche rappresentato un punto di svolta per Kartell. Ha dimostrato che era possibile creare prodotti in plastica di alta qualità, che potessero competere con i materiali tradizionali in termini di estetica e funzionalità. Ma più di tutto, ha dimostrato che il design non è solo una questione di forma, ma anche di sostanza, di messaggio, di visione.
Oggi, a vent’anni dalla sua creazione, la Louis Ghost rimane una delle sedie più iconiche e riconoscibili del mondo del design. È stata esposta in musei, utilizzata in progetti di interior design di alto profilo e amata da appassionati e professionisti di tutto il mondo.
Ma forse, il segreto del suo successo risiede nelle parole di Starck: “È un riflesso, un’ombra di una sedia”. La Louis Ghost non è solo un oggetto, ma un’idea, un concetto, una visione. E come tutte le grandi visioni, non invecchia, ma continua a ispirare e a provocare, sfidando le nostre percezioni e invitandoci a vedere il mondo con occhi nuovi.
In conclusione, la Louis Ghost è più di una sedia. È un pezzo di storia del design, un simbolo di innovazione e di visione. E mentre celebriamo i vent’anni della sua creazione, possiamo solo immaginare quali altre sorprese ci riserverà il futuro del design. Ma una cosa è certa: con menti brillanti come quelle di Starck e Luti al timone, il futuro sembra decisamente luminoso.